Seljalandsfoss: la cascata delle fate

Posted on Aug 21, 2010 in Travel
Seljalandsfoss: la cascata delle fate

L’Islanda è un paese per il quale ho trovato sempre una particolare attrazione: attraversare i Sandur, vedere le innumerevoli cascate, le scogliere, l’oceano, i ghiacciai, gli iceberg, i vulcani, i deserti, la lava. Questi elementi mi lasciano sempre qualcosa dentro, è un fascino al quale non so resistere e che suscita in me un timore e un rispetto quasi reverenziale per la natura.

Fig. 1 – La cascata Seljalandsfoss al tramonto

Ero già stato in Islanda due anni fa e di conseguenza quest’anno sono tornato molto più preparato, sia da un punto della conoscenza geografica dei luoghi, che sotto l’aspetto logistico e meteorologico.
Avevo da poco finito di vedere i DVD di Stefan Erdmann e le splendide immagini e parole che questo autore è riuscito a condensare in questi film mi hanno fatto capire che non sono l’unico a provare e ricercare certe sensazioni.

Ho scelto quindi di ritornare in questi luoghi dopo due anni di lontananza per rivivere queste emozioni e per visitare nuovamente la terra in cui avevo lasciato il mio cuore.

La cascata Seljalandsfoss è sicuramente una delle più conosciute di tutto il continente islandese, è infatti stata ritratta innumerevoli volte, sia da fotografi professionisti che da qualunque turista passi per la ring road.
La facilità di accesso a questa cascata è notevole (cosa che non è affatto scontata in Islanda); già dalla strada che da Selfoss procede verso Vik í Myrdal non passa inosservata e una tappa è d’obbligo per chiunque.

Prima di partire avevo studiato la luce con il software Photographer’s Ephemeris e mi ero reso conto che tutta la costa sud non era il luogo ideale per la fotografia in estate: la luce infatti, sia all’alba che al tramonto è troppo spostata a nord a queste latitudini (ricordo che siamo vicinissimi al Circolo Polare Artico!).
Nella Fig. 2 la linea arancione più grande indica la posizione del sole al tramonto e la linea gialla indica la posizione all’alba. Come si può notare la forbice in questo periodo dell’anno (fine luglio) è molto stretta.

Fig. 2 – Posizione della luce all’alba e al tramonto a fine luglio

Dando un’occhiata alla cartina e ripescando un po’ nella mia memoria mi sono ricordato però che questa cascata è orientata a ovest e davanti non ci sono montagne.
A giudicare dalla carta la luce avrebbe dovuto colpire lateralmente la cascata a partire dalle 17:00 fino al tramonto (verso le 22:00).
Insomma… le condizioni ideali per la fotografia: luce calda, bassa e laterale (e se fossi stato fortunato anche dei bei colori sulle nuvole).

Procedendo lungo la ring road la mattina mi sono fermato per il classico giro turistico e per dare un’occhiata ai vari punti di vista della cascata. La foto in Fig. 3 che pubblico mostra le condizioni di luce e meteorologiche che ho trovato a quell’ora: cielo nuvoloso, luce diffusa e la grotta in piena ombra.
Naturalmente non mi sono fatto mancare la passeggiata di rito dietro la cascata dove regolarmente si fa la doccia ma la sensazione e l’emozione è impagabile.

Fig. 3 – Seljalandsfoss al mattino

Durante il pomeriggio mi sono spostato verso Vik í Myrdal per trovare un alloggio e visitare Dyrhólaey.
Durante tutto il giorno il tempo è stato estremamente mutevole (d’altronde siamo in Islanda!), ma verso le 18:00 il cielo ha iniziato ad aprirsi (vedi Fig. 4).
A questo punto non potevo tardare oltre: ho caricato l’attrezzatura in auto e sono tornato a Seljalandsfoss.

Fig. 4 – La spiaggia di Vik

I calcoli che avevo fatto erano corretti e la luce era esattamente come avevo immaginato.
Inutile dire che lo spettacolo era completamente diverso da ciò che avevo visto la mattina: la luce laterale proveniente da nord ovest entrava nella la valle e illuminava perfettamente tutto il paesaggio fin dentro la caverna.
Ho passato più di due ore in questo luogo magico ad osservare la cascata e la foto presentata nella Fig. 1 è uno degli scatti che considero meglio riusciti.
Oltre a una luce calda e laterale ci sono le nuvole che con il tempo lungo di esposizione appaiono mosse e danno quasi una sensazione di “entrare dentro” l’immagine.

Speravo che con il calare del sole il cielo si sarebbe colorato ma purtroppo verso le 21:00 il cielo si è pulito completamente.

Ciò che volevo mettere in risalto con questo articolo è il fatto che il risultato di uno scatto non è dato semplicemente dalla tecnica e dagli strumenti utilizzati ma ci deve essere uno studio della luce, del meteo e dei luoghi che si vogliono fotografare.

Un’ultima nota di folclore: dalle statistiche si dice che una grossa percentuale degli islandesi crede agli gnomi e alle fate. Non posso dargli torto, dopo aver visto la magia della loro terra ci credo anch’io. 😉

Canon EOS 5D MarkII con EF 17-40 f/4L
ISO 100, 17mm, f/13, 51 sec
Ora di scatto: 20:27 GMT